«Illustre Presidente, Illustri Ministri, desideriamo richiamare la vostra attenzione sulla gravosa situazione che si verifica in capo alle lavoratrici e ai lavoratori per i peculiari effetti determinati dal meccanismo di tassazione dei prestiti erogati ai dipendenti, già segnalato con la precedente lettera del 27 aprile 2023». È quanto scritto in una lettera che sta per essere inviata dai sindacati bancari Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin congiuntamente all’Abi e indirizzata al presidente del consiglio, Giorgia Meloni, oltre che ai ministri dell’Economia e del Lavoro, Giancarlo Giorgetti e Marina Calderone. Sindacati e Abi si apprestano a chiedere un incontro col governo. La questione riguarda i mutui a tasso agevolato concessi dalle banche ai loro dipendenti e oggetto di una tassazione molto pesante alla luce del mix composto dal rialzo del costo del denaro e delle norme fiscali relative ai fringe benefit. «Abbiamo apprezzato e ringraziamo per la sensibilità espressa dal Sottosegretario del ministero dell’Economia» Sandra Savino «rispondendo a una interpellanza e l’impegno a risolvere questa iniqua situazione, in sede di attuazione della legge delega per la riforma fiscale» si legge nella lettera firmata dai segretari generali Lando Maria Sileoni (Fabi), Riccardo Colombani (First), Susy Esposito (Fisac), Fulvio Furlan (Uilca), Emilio Contrasto (Unisin) e il direttore generale di Abi, Giovanni Sabatini. «Vogliamo in questa occasione sottolineare come l’irragionevole trattamento fiscale si stia manifestando nel corso del 2023 con la conseguenza che le lavoratrici e i lavoratori interessati possono vedere le loro remunerazioni nette significativamente ridotte dall’ingiusto prelievo» scrivono Sileoni, Colombani, Esposito, Furlan, Contrasto e Sabatini.
«Quella dei mutui agevolati concessi dalle banche ai loro dipendenti sta diventando una vera e propria emergenza per circa 70.000 lavoratrici e lavoratori del settore bancario: i loro stipendi sono, in alcuni casi, addirittura azzerati da ingiusti e assurdi conguagli fiscali, innescati da un lato dall’aumento del costo del denaro e dall’altro dalle norme tributarie sui fringe benefit. Va bene la lettera che inviamo al governo con Abi e tutte le organizzazioni sindacali e va bene l’incontro con il ministero dell’Economia, ma la soluzione a questo enorme problema va trovata, comunque, all’interno del settore. È un tema della contrattazione nazionale di cui si devono far carico le banche ed è bene che questo aspetto sia chiaro sia al comitato esecutivo dell’Associazione bancaria sia, soprattutto, agli amministratori delegati delle banche e dei gruppi». Lo ha detto il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, oggi durante l’incontro in Abi per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro che interessa circa 280.000 dipendenti delle banche. «Per quanto riguarda i mutui dei bancari, sono fondamentali i tempi e occorre spingere in maniera importante perché la soluzione sia trovata entro l’anno: il governo deve capire che c’è una intera categoria che spinge per trovare un rimedio urgente» ha aggiunto Sileoni. Il prossimo incontro per il negoziato sul contratto nazionale, scaduto nel 2022 e prorogato fino a dicembre 2023, è previsto per il prossimo 20 ottobre.
Roma, 12 ottobre 2023